Una delle più importanti ballerine del nostro tempo celebra i 40 anni di carriera con il ruolo immaginato da Maurice Bejart per Carla Fracci ne L’Heure Exquise
Venerdì 4 giugno debutta in prima assoluta al Ravenna Festival L’Heure Exquise (INFO e DATE), regia e coreografia Maurice Béjart rimontata da Maina Gieldug e Micha van Hoecke su gentile concessione Fondation Maurice Béjart con protagonisti Alessandra Ferri e Carsten Jun.
Con L’Heure Exquise, basato su “Oh les beaux jours” di Samuel Beckett, Alessandra Ferri celebra quarant’anni di carriera interpretando un ruolo significativo, potente ed emozionante: Winnie, la ballerina “âgée” immaginata da Maurice Bejart nel 1998 per Carla Fracci, che nella sua malinconica solitudine vive nei gioiosi ricordi dei suoi giorni felici. Willy, il Lui all’epoca impersonato da Micha van Hoecke e ora interpretato da Carsten Jung, è un ex-partner di Winnie, sommersa non dalla famosa collina di sabbia, ma da una montagna di vecchie scarpette da punta.
"L’Heure Exquise" di Maurice Béjart
Il silenzio è l’elemento principale di questa ‘liturgia; Beckett ci aveva sorpreso con un’immagine scenica al tempo stesso semplice e terribile: una donna conficcata nel terreno fino alla vita.
Béjart trasforma la montagna di terra in una affascinante tappeto di scarpette da ballo: la felicità della donna è la chiave dell’opera. Il suo nome è Winnie ed è lì da tempo immemorabile con un lezioso ombrellino come unico riparo contro sole o pioggia: ” …che cosa mai potrei fare, tutto il giorno tra il campanello del risveglio e quello del sonno?”
In merito a questa sua creazione Bèjart disse:
“Tutti i grandi musicisti hanno fatto delle “variazioni” su un tema di un altro grande […] Io mi sono permesso di lavorare su una pièce tra le più importanti del ventunesimo secolo: “Oh,les beaux jours!” In verità non si tratta di un adattamento danzato ma di un lavoro di composizione fedele allo spirito dell’autore e tuttavia nel contesto di una creatività puramente astratta e coreografica. La musica è un montaggio su temi di Webern, in primo luogo, ma anche di Mahler e di Mozart. I pochi testi sono delle parole pronunciate da una ballerina nel momento della danza o del riposo. Infine, il SILENZIO: l’elemento principe di questa liturgia”.
Alessandra Ferri: 40 anni sulle punte
Considerata una delle più importanti ballerine e interpreti internazionali del nostro tempo, Alessandra Ferri inizia gli studi alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, perfezionandosi successivamente a Londra presso la Royal Ballet School. Nel 1980 dopo aver vinto il Prix de Lausanne, entra a far parte del Royal Ballet, diventandone principal dancer a soli diciannove anni quando Sir Kenneth McMillan la sceglie per interpretare i ruoli più importanti dei suoi balletti, Romeo e Giulietta, Manon e Mayerling.
Appositamente per lei, inoltre, il famoso coreografo ha creato altri ruoli celebri, quali Marie in Different Drummer e Micol in Valley of Shadows.
Nel 1985, Michail Baryshnikov la invita all’American Ballet Theatre dove rimarrà Prima Ballerina fino al 2007. Nel 1992 è nominata Prima Ballerina Assoluta al Teatro alla Scala dove resterà fino al 2007.
Ha lavorato con i più grandi coreografi del nostro tempo: Sir Frederick Ashton, Sir Kenneth McMillan, Jerome Robbins, Jiri Kylian, Twyla Tharp, John Neumeier, William Forsythe, Roland Petit.
Ha danzato nei teatri più prestigiosi del mondo, tra i numerosi premi ricevuti il Sir Lawrence Olivier Award, il Dance Magazine Award e il Benois de la Danse. Nel 2006 è stata nominata Cavaliere della Repubblica dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi.
Nel 2013, dopo sei anni di assenza dalle scene, ritorna a danzare e firma la sua prima coreografia, The Piano Upstairs, un dance play presentata al Festival dei Due Mondi a Spoleto. Nello stesso anno lo spettacolo Chéri segna il suo ritorno sulla scena newyorkese.
Il 2015 è l’anno del ritorno al Royal Ballet e Wayne McGregor le crea il ruolo di Virginia Woolf in Woolf Works, grazie al quale nel 2016 vince il secondo Oliver Award 2016 per “Outstanding Achievement in Dance”.
Sempre nel 2015 John Neumeier crea per lei DUSE con l’Hamburg Ballett. Nel maggio 2018 debutta in Afterite al Metropolitan Theatre di New York, nuova creazione di Wayne McGregor per l’American Ballet Theatre. Nel gennaio 2019 a Londra inaugura il Linbury Theatre, nuova sala alla Royal Opera House, con lo spettacolo Trio ConcertDance.
A proposito di questo nuovo lavoro Alessandra Ferri dice:
“Nel 2021 sono quarant’anni da quando sono entrata al Royal Ballet a Londra iniziando così il mio viaggio artistico. Per celebrare e festeggiare con il pubblico questo traguardo cercavo un ruolo significativo, mai interpretato, giusto ed emozionante per l’artista che sono ora. Riordinando il mio archivio ho trovato un ritaglio che parlava di questo spettacolo: mi sono illuminata! Un personaggio stupendo, basato su un testo straordinario di Samuel Beckett, “Giorni felici”, trasformato in balletto da un genio quale Maurice Béjart… Un caso? Un segno? Mi piace pensare piuttosto a un “segno”, una concatenazione di date, anniversari, emozioni: ho scoperto che nel 2021 saranno sessant’anni da quando Beckett scrisse il famoso play. [...]
Dopo la creazione a Torino il balletto è stato rappresentato raramente, proprio perché ha bisogno di due interpreti che sappiano essere, come erano Carla (Fracci) e Micha (van Hoecke), ballerini/attori con un lungo vissuto artistico. Non ho avuto dubbi, ho sentito che era quello il ruolo che cercavo.
Per me un altro personaggio femminile, come sono state Virginia Woolf, Eleonora Duse e la Léa di Chéri, donne straordinarie che appartengono a questo secondo capitolo della mia vita!”